Mai come oggi assistiamo al fenomeno del dipendente d’azienda che apre partita IVA.
Una persona è di fatto un brand, a differenza di soli alcuni fa, e questo ha portato il singolo soggetto ad ampliare le sue possibilità di guadagno. I social media, o il web più in generale, non hanno fatto altro che amplificare ulteriormente questo fenomeno.
Negli scorsi giorni, infatti, un paio di ragazzi ci hanno posto la fatidica domanda sulla nostra pagina Facebook: “Posso aprire partita IVA nel regime forfettario, anche se sono dipendente?”
La risposta è “sì”. È possibile attivare una nuova posizione come lavoratore autonomo o come attività d’impresa, purché non vi sia concorrenza tra il lavoro svolto come dipendente e quello a partita IVA, se il contratto lo vieta espressamente.
Questo cosa significa: che se l’azienda per cui lavorate produce gioielli e la vostra idea d’impresa è quella di produrre gioielli, la partita iva non avrà di partenza i giusti requisiti per essere attivata. Un altro esempio: se lavorate come geometra alle dipendenze di un’impresa edile e la vostra idea è quella di divenire un geometra in proprio, la vostra partita iva come lavoratore autonomo non potrà essere attivata.
Il versamento dei contributi per chi ha un lavoro dipendente e partita IVA
Vengono contemplate più soluzioni a seconda della tipologia di attività in forma autonoma che si pone in essere e nel caso si tratti di lavoratore o pensionato, prendendo in considerazione che il soggetto in qualità di dipendente è sottoposto già a una contribuzione per 1/3 a suo carico e per i 2/3 restanti all’azienda, mentre il pensionato non è soggetto ad alcun tipo di contribuzione.
Quindi, se l’attività autonoma è di natura professionale i contributi vanno sempre versati alla gestione separata con applicazione dell’aliquota minima del 24%, sia che si tratti di un dipendente sia di un pensionato. Se, invece, l’attività ha natura di impresa (commerciale o artigiana), l’INPS applica il criterio della prevalenza e ritiene non dovuta la contribuzione alla gestione dei lavoratori autonomi, quando il soggetto per l’attività da dipendente è occupato a tempo pieno, ovviamente se la prevalenza sussiste nei confronti del lavoro dipendente su quello autonomo.
In caso di soggetto pensionato, non potendosi parlare di attività, si ritiene siano dovuti i contributi alla gestione artigiano/commerciante, eventualmente ridotti del 50% nel caso in cui si tratti di ultra sessantacinquenni.
Bisogna prendere in considerazione, infine, un ultimo caso in cui il soggetto esercita un’attività professionale, la quale contribuzione deve essere versata a una Cassa specifica, oltre a quella da lavoratore/pensionato o di altra attività autonoma. In questo caso, si dovrà chiedere specifiche informazioni a riguardo agli appositi uffici delle casse.
Concludendo, qualora non vi fosse ancora chiaro il sistema per far coesistere “lavoro dipendente e partita iva”, contattateci pure che approfondiremo insieme il vostro singolo caso.
Alla prossima settimana!