Sei nel regime forfettario? Be’, è arrivato il momento di versare il dovuto all’Erario: oggi 30 novembre scade il 2° acconto dell’imposta sostitutiva (l’imposta che sostituisce Irpef) e dei contributi INPS.
La cifra dovuta si deve pagare attraverso il ben noto modello F24 e secondo i codici tributo appositi per il regime forfettario:
→ 1791: secondo acconto (o unica soluzione).
→ PXX: secondo acconto INPS Gestione separata.
→ AP: secondo acconto INPS artigiani.
→ CP: secondo acconto INPS commercianti.
“E i calcoli?” vi starete chiedendo…
Per quelli devi affidarti a un bravo commercialista: in linea di massima, comunque, bisogna considerare questi parametri:
→ importo inferiore a 51,65: non dovuto
→ importo tra 51,65 e 257,52: unica soluzione
→ importo superiore a 257,52: al 30 novembre occorre versare il 60% del dovuto
Per calcolare la somma dovuta, puoi utilizzare il “metodo storico” (che si basa sul periodo d’imposta precedente) oppure, se sei convinto che il reddito dell’anno in corso sia inferiore a quello del precedente, puoi sfruttare il “metodo previsionale”, ma attenzione: in caso di errato versamento, dovrai pagare una sanzione e relativi interessi.
Chi è esente dal versamento
Se hai avviato la tua attività nel 2017, niente panico: non dovrai versare nulla. Perché? Semplice: non avendo fatto ancora una dichiarazione dei redditi, manca la base su cui calcolare le imposte. Comincia comunque a mettere via parte di quello che incassi: l’anno prossimo toccherà anche a te l’acconto.
Versare gli acconti per l’anno successivo: sì, anche se non sei obbligato
Versare gli acconti per l’anno successivo è un’ottima idea anche se non è obbligatorio: poter vivere più “serenamente”, senza il rischio di brutte sorprese, è il vantaggio principale di una condotta previdente e saggia. Chi ha la partita Iva, anche a regime forfettario, deve sempre ricordare che parte di quello che guadagna finirà nelle casse dello Stato e non nel proprio portafoglio.
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