Viviamo in un mondo in cui i cosiddetti “lavoratori della conoscenza” sono professionisti che si mettono, sempre più, in proprio.
Il termine è una sorta di virtuosismo che racchiude in sé svariate tipologie di mestieri, una sorta di categoria convenzionale flessibile in cui possiamo infilare (e sfilare!) gli elementi a piacimento: dai ricercatori ai notai, dagli architetti agli esperti di comunicazione, la lista è lunga.
Il freelancing sembra dunque un destino sempre più scritto per questo Esercito di knowledge workers. Ecco perché è importante chiederci quale sia la scelta migliore per il freelance medio al giorno d’oggi.
Nello specifico, proviamo a capire se e quanto regime forfettario e freelance sia un binomio da prendere in considerazione.
Online is the Answer
Diciamocelo. Il termine che guida le nostre scelte personali in primis, e lavorative subito dopo, è una piccola, apparentemente innocua, parolina inglese: ONLINE.
Partiamo subito col dire che il regime forfettario è, per freelance e commercianti del web, l’unico vero regime agevolato disponibile per chi lavora, appunto, online.
Questa forma fiscale “scontata” è, nel panorama di oggi, la via più rapida e apparentemente limpida verso la serenità (non osiamo dire il benessere, non sia mai!)
L’importante è avere ben presenti caratteristiche d’accesso, requisiti e, più in generale, “regole” che garantiscano un lieto soggiorno al freelance entro gli alloggi del regime forfettario J
Freelance a forfait: perché conviene?
Come gli strilli Venghino Signori Venghino! che invitano a visitare il circo arrivato in città, vediamo ora una carrellata di “perché” regime forfettario e freelance stiano bene insieme, e vadano cavalcati come un’opportunità reale senza farsi troppi castelli nella testa (tranquilli, a quello abbiamo già pensato noi, qui):
1- TASSAZIONE AGEVOLATA con imposta sostitutiva del 5% sul reddito forfettario per i primi 5 anni di attività! E dal sesto anno in poi… 15%!
2- Signore e Signori, nessuna Irap, nessuna Irpef e niente addizionali! Non c’è trucco, non c’è inganno!
3- RIDUZIONE DEI CONTRIBUTI previdenziali del 35% dei contributi previdenziali per certe categorie ATECO!
4- NESSUNA SOGGEZIONE agli Studi di Settore… tutto vero!
5- NIENTE OBBLIGO di registri Iva! Dovete solo numerare progressivamente le vostre fatture, certificandone i corrispettivi, e il gioco è fatto.
6- L’IVA sulle fatture sarà un lontano ricordo!
Certo, certo, certo. Lo sappiamo. Per dovere di cronaca va detto che non è riconosciuta la deduzione di costi e spese. Ne abbiamo già parlato approfonditamente!
Ecco perché, in definitiva – cari freelance – Forfettario… è Bello ?